Elezioni politiche a Pompei come in Usa
- Giulia Morezzi
- 18 mag
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Nell'antica Roma, il candidato (candidatus) per una carica politica o amministrativa, veniva così chiamato per il colore bianchissimo della toga che indossava sotto elezioni, il cui significato doveva rimandare alle sue altissime doti morali, come appunto la purezza.
In realtà, però, come confessa Cicerone, per aspirare a cariche politiche, più che puro, il candidato doveva essere ricco: chi non aveva mezzi, "facultates non erant", ossia doveva starsene in disparte.
La disponibilità di molta "pecunia", infatti, era un requisito essenziale per fare un'efficace propaganda elettorale, che spaziava dalla compravendita dei voti mediante banchetti sontuosi, regali, posti a teatro, giochi gladiatori allestiti per l'occasione, all'organizzazione di comizi elettorali durante i quali fare promesse ed eleogiare le proprie virtù.
Una di queste, ancora oggi incisa come manifesto parietale della Pompei del 79 d.C., mi ha colpito molto e recita così:
"Vi prego di eleggere Giulio Polibio edile, fa del buon pane".
E così mi è venuto da chiedermi: chissà se per Trump ed Harris, i due candidati alle Elezioni Presidenziali USA più incerte di sempre, invece di affidarsi a gridi di miliardari, proclami di cantanti e attori e di evitare gaffe dal dubbio effetto e attentati falliti, sarebbe bastato saper sfornare del buon pane per essere eletti?
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