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Piatti dolci nel Vietnam meridionale

Culinariamente il Vietnam è diviso in tre regioni.

La parte centrale, a detta dei più, è quella che meglio sposa i gusti occidentali. Ogni piatto è arricchito di frutta secca buonissima, è saporito, speziato e anche abbastanza piccante. Inoltre, qui la cucina è famosa per la cura e la raffinatezza della presentazione dei piatti: anticamente Hué fu capitale ed era famosa per i suoi banchetti reali e piatti sofisticati come il “bun bo Hue”, una zuppa di manzo speziata che rappresenta perfettamente la cucina locale.

La parte settentrionale è quella che a tavola ha subito maggiormente l'influenza cinese e che tutt'oggi risente di un clima più freddo, che limita la produzione e disponibilità di spezie, ortaggi e frutta. "Dolce come un bambolotto alla crema" è come definirei invece la cucina della zona meridionale del Vietnam. Tutto qui ha un gusto zuccherato, che a me non è piaciuto per niente. E quando ho rappresentato la mia opinione a Clara, la guida che oggi ci ha accompagnati in un magnifico tour alla scoperta degli usi e costumi della popolazione sul Delta del Mekong, lei mi ha risposto così: "perché qui c'è abbondanza di cibo! Nel nord stentano a trovare ortaggi e frutta per via del clima freddo, al centro tendono a fare provvista perché da un momento all'altro gli arriva il tifone e gli spazza via tutti i raccolti. Quindi, quelli a tavola mettono poco e niente! Noi, qui, abbiamo tutto e in abbondanza. Per questo possiamo mangiare anche più dolce, perché lo zucchero fa venire ancora più fame e qui da mangiare ce n'è!" Clara mi perdonerà per la parafrasi che ho fatto del suo discorso, ma that's it! Qui di frutta, verdura e animali ne hanno a profusione e in questo tour ho assaggiato frutti mai visti e sentiti in vita mia. Pensare che la sera prima, quando sul menu del miglior ristorante di Can Tho (sempre a detta di Clara) ho letto topo delle risaie, anguille di fiume (che fabio ha mangiato ed erano lunghe neanche quanto un dito indice) e rane fritte, ho pensato l'esatto contrario. In più, quando Clara ci ha detto che un tempo il Mekong era infestato di coccodrilli e che ora non ci sono più perché se li sono mangiati tutti, ho avvalorato ancora di più la mia tesi: qua sono talmente poveri, non hanno talmente niente, che per sopravvivere si attaccano a tutto.

La realtà invece è esattamente opposta: qua si mangiano tutto, nel vero senso della parola! Sono voraci, goduriosi e infatti un filino più in carne rispetto agli altri vietnamiti. E anche più rumorosi: ieri al ristorante si innalzavano cori, tutto era più confusionario e scanzonato e le tavole erano piume zeppe di piatti. E questo non è molto distante dalla cucina e dalla cultura romana: il quinto/quarto ce lo siamo inventati noi. Piatti con scarti di animali, come coda, intestino, orecchie, lingua, in tempo di guerra e carestie, ci hanno salvato dalla fame e le nostre antenate hanno saputo valorizzarli con erbe, spezie e cotture sapienti per renderli gustosi, tanto da diventare parte della nostra tradizione culinaria. Esattamente come il topo delle risaie per loro. Ma io la trippa alla romana non la mangio e neanche la coda alla vaccinara... Chissà se invece a Clara lo stufato di topo e le rane fritte piacciono???

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